Nello scorso numero ho parlato di George Best, eroe che non ho avuto la possibilità di godermi appieno, ma che ha lasciato un’eredità pesante raccolta da uno che, stavolta sì, i miei occhi di bambino hanno avuto la fortuna di vedere in azione, sia con la palla che con la pinta, sia dribblando che facendo finta di pisciare con una canna dell’acqua, sia esultando per un gol che espellendosi da solo per una punizione battuta male.
Forse follia, forse perversione mentale forse incapacità di gestire la propria persona. Io preferisco il più romantico genio e sregolatezza. Questo era Gazza!
Dedico queste pagine ancora a te, ragazzino che hai l’ardire di raccontarmi che Neymar è un figo, ma non sai che ne sarebbero serviti 5 di Neymar per fermare la Gazza (in campo eh, perché fuori dal campo non ne sarebbero bastati 15 di fighetti impomatati).
21 anni e 5 giorni dopo la venuta al mondo di Best, nacque in Inghilterra il secondo Profeta di noi disagiati Hooligans mancati, che il destino ha voluto tanto lontani geograficamente quanto vicini nell’approcciare la vita. Va beh, a parte ste cazzate, nasce il 27 maggio 1967 Paul “Gazza” Gascoigne.
Considerato, a ragione, il più forte giocatore inglese di tutti i tempi e uno dei più forti della sua generazione, Paul non riuscì ad esprimere appieno il suo potenziale a causa dei suoi eccessi extracalcistici.
Geordie di nascita, Cockney d’adozione fece la fortuna del Tottenham campione di FA Cup nel 1991 (chiedere alla guida del tour di White Hart Lane – occhi gonfi e abbraccio alla Coppa parlando di Gazza – per credere).
A differenza di Best, decise che la sua carriera oltremanica potesse essere di alti livelli e si traferì alla Lazio segnando la sua prima rete nel derby con la Roma. Nei suoi anni capitolini i gol furono ben pochi, in 3 anni andò segno solamente 6 volte. Le vere reti le fece nel cuore dei suoi tifosi e degli appassionati di calcio: rutti in conferenza stampa, pisciate finte con la pompa dell’acqua, autoespulsioni, avversari palpati come se fossero belle fighe, sbronze colossali e sigarette infilate su per il naso a fare il tricheco!
Come si può non amare quest’uomo?
Ovviamente, per me bimbo di 10 anni si trattava di una sorta di tabù, non riuscivo a capire se fosse un super figo o un personaggio da condannare, mi insegnavano che “il rutto non si fa” e quindi bisognava fare attenzione alla Gazza cattiva. Ora, è palese: tu vieta una cosa ad un bambino e quella cosa diventerà il suo più grande desiderio. Avevo figurine di Gazza attaccate dappertutto: portapenne, diario, libri, quaderni, camera, zaino, ovunque insomma!
E così i genitori si rassegnano, i tempi passano, inizi a scoprire che il malto e il luppolo miscelati assieme sono la più grande invenzione dell’umanità, che dare un paio di schiaffoni due volte al mese non è la fine del mondo e a 19 anni ti ritrovi fottuto perché conosci Roberto il Perfido e imbocchi una cazzo di deriva Casual che ti segnerà a vita. Ma questa è un’altra storia.
Torniamo al nostro Paul. Terminata la carriera calcistica è rimasto sulle copertine di tutti i Tabloid a causa dei suoi eccessi. Seratacce nei Club e ricoveri in clinica sono stati il leit motif di tutta la vita di Gascoigne. Il 2008 è l’anno peggiore: viene ricoverato a forza in seguito a nuova norma riguardante la salute mentale e il 5 maggio tenta il suicidio. Smette con l’alcol e tutto sembra finito ma all’orizzonte appare una nuova sfida: la Red Bull! Voi vi chiederete, che cazzo può fare la Red Bull? A mio avviso può fare solo schifo, ma Gazza non la pensa così e viene ricoverato di nuovo a giugno perché, dice lui “ne bevo anche 60 al giorno”. Ed è qui che Gazza sparisce. Dov’è, dove non è la situazione sembra tragica ma dall’Ungheria arriva la lieta notizia: Gazza è scappato e sta seguendo il tour europeo degli Iron Maiden. Ora la nota band Inglese non è certo rinomata per essere tranquillona, e i suoi fans non sono certo chierichetti, ma Gazza è inarrivabile, e anche qui da lezioni: viene cacciato da l concerto dei Maiden in Ungheria per ubriachezza molesta! (capite perché vi dicevo che forse15 Neymar non sarebbero sufficienti per tenerlo a bada?)
Il 25 dicembre gli sospendono l’internazione affinchè possa passare il Natale con la famiglia, va beh non vi racconto come è finita tanto potete immaginarlo! Nel 2010 afferma di essere riuscito a finire tutti i suoi risparmi, mal contanti circa 20 milioni di pund. Da qui in poi Gazza torna ad avere una visibilità mediatica legata anche ad episodi meno tragici: nel novembre 2012 è ospite d’onore per il match tra Lazio e Tottenham, durante il giro di campo l’Olimpico è una bolgia, i “duri” della nord hanno gli occhi bagnati e non dalla pioggia, Gazza riceve l’onore dovuto.
Finita la parentesi bella nel 2013 suoi amici ed ex calciatori gli salvano la vita finanziando una clinica in Arizona dove lo ricoverano e lo curano in seguito a una grave crisi cardio-respiratoria. Questa volta la morte è davvero a un passo e, tornato in Inghilterra, dichiara: “voglio tornare alla realtà, a differenza di Best io voglio guarire!”
Molti, io per primo, pensarono che con questa frase finisse la leggenda, che la Gazza matta si fosse redenta e che, in fondo in fondo, fosse meglio così. Inizia a riprendersi e la sua apparizione a White Hart Lane è un delirio: la gente impazzisce, i vecchi piangono, i bimbi gridano e qualcuno lo benedice. Si, la leggenda è davvero finita, Gazza è guarito, è una persona normale ora, come tante. Che tanto ha emozionato e ora merita di avere un’esistenza serena. Eh si…ma manco per il cazzo! Il 4 luglio viene arrestato perché picchia la ex moglie (senza eccesso) e la guardia del corpo di lei (con molto eccesso. Neymar…dove sei?)
Quattro giorni dopo la sua immagine è di nuovo su tutti i Tabloid, non esultante, non in manette né con le sigarette nel naso: è riverso per terra, vestito di stracci, sporco e malconcio con due bottiglie in tasca.
Il 13 luglio, giorno del mio compleanno, riappare e dichiara ancora “voglio combattere l’alcolismo e sono certo di vincere questa battaglia”.
Forse ce la farà, forse no. Forse sarà l’ennesimo dribbling vincente della sua carriera o forse stavolta l’avversario lo fermerà.
Forse domattina mi sveglierò e troverò un messaggio del Pres con scritto “Merda! È morto Gazza”. Ma io mi farò una risata. Non ci credo che sia morto Best, figuratevi se muore Gazza!
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