Il 22 dicembre 2014 si giocherà, con forte ritardo, la Supercoppa Italiana tra Juventus e Napoli a Doha in Qatar! Gli azzurri infatti, essendo arrivati terzi in campionato, hanno affrontato i preliminari di Champions League a fine agosto, la concomitanza tra le due competizioni ha portato la FIGC a modificare la data della Supercoppa.
Un altro problema, forse molto più rilevante, è stato la questione dell’ordine pubblico, dopo i fatti di Roma riportare nella Capitale una quantità ingente di tifosi partenopei avrebbe potuto portare a scontri e disordini, perciò le autorità hanno pensato di spostare la sede della partita… in Qatar!!! Già i fatti di Roma, finale Coppa Italia 3 maggio 2014 tra Napoli e Fiorentina , 10 persone ferite quasi tutti tifosi napoletani, tre dei quali feriti da colpi di pistola esplosi nel tragitto verso le stadio in zona Tor di Quinto, tra questi uno fu ricoverato in codice rosso: si chiamava Ciro Esposito, 31 anni, un proiettile era entrato dal torace e arrivato alla colonna vertebrale.
“Si chiamava” Ciro Esposito ed è morto “per insufficienza multiorganica non rispondente alle terapie mediche e di supporto alle funzioni vitali” dopo 54 giorni di agonia, a sparare quel maledetto giorno fu Daniele De Santis e quel giorno i media parlarono di scontri tra Ultras della Roma e del Napoli. E’ vero De Santis è molto vicino all’ambiente ultras a Roma (nel 2004 fece sospendere un derby in notturna perché, notizia poi rivelatasi falsa, la polizia aveva travolto e ucciso un ragazzino fuori dall’Olimpico), ma quel giorno si è comportato da semplice delinquente aggredendo gratuitamente con lancio di fumogeni e petardi un pullman di semplice tifosi del Napoli, estraendo un arma da fuoco per poi utilizzarla.
Erano appena passati un gruppo di Ultras del Napoli in corteo verso lo stadio che sono immediatamente tornati indietro dopo aver udito gli spari, De Santis mentre correva per scappare è scivolato e sentendosi “minacciato” ha esploso quattro colpi di arma da fuoco, a terra rimarrà Ciro Esposito. Ciro Esposito non era un Ultras era un tifoso del Napoli, quando poteva seguiva la sua squadra del cuore ovunque in casa e in trasferta, lavorava nell’autolavaggio di famiglia a Scampia e voleva sposarsi. Era un semplice ragazzo, nato e cresciuto in uno dei quartieri più difficili di Napoli se non del meridione, dove nel bene e nel male si cresce in fretta.
La partita nonostante l’accaduto si giocò comunque, ma vi furono grosse polemiche per quella che si defì la trattativa tra la polizia e i tifosi del Napoli, tra cui Genny a’ Carogna che indossava la maglietta “Speziale Libero”. La cosiddetta “trattativa” non ha fatto altro che evidenziare l’insufficienza e l’impotenza dello Stato e dei suoi organi, nel caso la Questura di Roma, che quel giorno non ha saputo gestire l’ordine pubblico della manifestazione sportiva. Il cosiddetto “Genny a’Carogna” quella sera, ha fatto tutto tranne che la “Carogna”, evitando ulteriore caos e disordini che avrebbero portato ad una vera guerriglia urbana per le strade di Roma.
Concludo riportando le parole della mamma di Ciro, la Sig.ra Antonella:
“Alle 6 di questa mattina dopo un calvario durato 50 giorni si è spento il nostro Ciro, un eroe civile. Quel maledetto 3 maggio il nostro Ciro é intervenuto in via Tor di Quinto a Roma per salvare i passeggeri del pullman delle famiglie dei tifosi del Napoli calcio. Il nostro Ciro ha sentito le urla di paura dei bambini che insieme alle loro famiglie volevano vedere una partita di calcio; è morto per salvare gli altri. Chiediamo alle istituzioni di fare la loro parte. Daniele De Santis non era solo, vogliamo che vengano individuati e consegnati alla giustizia i suoi complici. Vogliamo che nella gestione dell’ordine pubblico, chi ha sbagliato paghi. Innanzitutto il prefetto di Roma che non ha tutelato l’incolumità dei tifosi napoletani. Chiediamo al Presidente del Consiglio di accertare le eventualità responsabilità politiche di quanto accaduto, nessuno può restituirci Ciro ma in nome suo chiediamo giustizia e non vendetta. Oggi non è gradita la presenza delle istituzioni che si sono nascoste in questi 50 giorni di dolore”.
Non serve aggiungere altro a un semplice atto criminoso che non ha nulla a che fare con il mondo Ultras, scorie e rancori saranno affrontante dagli Ultras a tempo debito ma per giusta causa e non per semplice vendetta. Portate pure la vostra inutile coppa lontana dall’Italia di cui non ne rimarrà un ricordo lontano perché nel cuore di chi vive resterà solo il ricordo di “CIRO”.
Ultimi commenti